AI e Rapporto Umano: cosa ci porteremo nel 2026 e cosa lasceremo al 2025

Pubblicato il 15 dicembre 2025 alle ore 08:55

Chiudiamo il 2025 con una consapevolezza che non possiamo più ignorare: il sistema sanitario italiano è al collasso. Liste d'attesa interminabili, oltre 50.000 operatori sanitari in meno rispetto al fabbisogno, investimenti pubblici tra i più bassi d'Europa.

E c'è un dato che dovrebbe farci riflettere ancora di più: secondo il rapporto Censis 2025, il 78,5% degli italiani esprime sfiducia nei confronti dei servizi sanitari e assistenziali. La fiducia nel Sistema Sanitario Nazionale è scesa dal 58,3% del 2024 al 54,6% del 2025.

Non parliamo solo di numeri: parliamo di persone che hanno paura, che cercano risposte, che non sanno più a chi rivolgersi. E che, secondo lo Stada Health Report 2025, si fidano più dei consigli di amici e famiglia (45%) o dei social media (38%) rispetto ai professionisti sanitari.

Quello Che il 2025 Ci Ha Insegnato

Quest'anno ci ha messo di fronte a una verità scomoda: essere competenti non basta più. La competenza che rimane invisibile è competenza sprecata.

I dati parlano chiaro. Il 95% dei professionisti sanitari riconosce che una comunicazione efficace è fortemente correlata alla soddisfazione del paziente. Eppure in Italia, secondo l'Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano, l'innovazione nasce spesso dal basso mentre mancano modelli strutturati e un'azione sistemica.

C'è un divario enorme tra quello che sappiamo essere importante e quello che effettivamente facciamo.

La Rivoluzione "Silenziosa" dell'AI

L'intelligenza artificiale generativa non è più il futuro: è il presente. Nel 2025 gli investimenti in algoritmi di AI in ambito sanitario in Italia sono aumentati del 35%, con applicazioni concrete in radiologia e diagnosi precoce.

Ma attenzione: questo non significa sostituire l'umano con la macchina. Significa liberare tempo per ciò che conta davvero: la relazione.

Il paradosso del 2025 è stato questo: mentre la tecnologia avanzava, secondo lo Stada Health Report (sono gli studi più grandi e importanti a livello europeo sulle abitudini, i pensieri e le paure delle persone riguardo alla salute), il 43% degli italiani si dichiara favorevole all'AI per consulti medici, ma il 48% ritiene che il fattore umano dell'assistenza debba rimanere fondamentale e preservato.

Le persone cercano umanità. E spesso l'hanno trovata dove qualcuno parlava la loro lingua, rispondeva alle loro paure, non le faceva sentire stupide per le domande che facevano.

Il Crollo della Fiducia e la Richiesta di Trasparenza

In Italia, la fiducia nel settore sanitario nel suo complesso si attesta al 66% secondo l'Edelman Trust Barometer (report globale più autorevole al mondo, fatto da un'agenzia di comunicazione gigante, Edelman, che misura di chi si fida la gente), un dato in controtendenza rispetto al calo globale. Ma la fiducia nel Sistema Sanitario Nazionale è scesa al 54,6%, con il 78,5% degli italiani che teme di non poter contare su terapie adeguate in caso di non autosufficienza.

Le persone non si fidano più automaticamente del camice bianco. Vogliono capire. Vogliono vedere il ragionamento. Vogliono sapere anche cosa NON potete fare per loro, non solo cosa potete fare.

E c'è un altro dato inquietante: sono 22.049 i casi di aggressioni registrati in un anno ai danni di medici, infermieri e altri operatori sanitari. Il 91,2% dei medici ritiene che lavorare nel SSN sia diventato più difficile e stressante, e il 71,8% si sente capro espiatorio delle carenze del sistema.

La Comunicazione Come Causa di Crisi (o di Salvezza)

Un'analisi di 23.000 cause per negligenza medica ha determinato che oltre 7.000 casi erano direttamente collegati a problemi di comunicazione, con costi per 1,7 miliardi di dollari e quasi 2.000 morti evitabili.

Leggete di nuovo questa frase. Duemila morti evitabili. Non per errori chirurgici, non per diagnosi sbagliate. Per comunicazione inadeguata.

E dall'altra parte: la cattiva comunicazione rimane la ragione principale per cui i pazienti cambiano professionista (32%), molto più dei problemi di privacy (7%).

La comunicazione non è il contentino. È questione di vita, di morte, di fiducia.

Cosa Lasceremo al 2025

Quest'anno ci lasciamo alle spalle alcune illusioni:

L'illusione che la competenza parli da sola. Non è vero. Mai stato vero, ma nel 2025 è diventato evidente a tutti.

L'illusione che i pazienti debbano adattarsi al modo di comunicare. Solo il 32% dei pazienti preferisce il telefono per le comunicazioni generali, mentre la maggioranza preferisce opzioni digitali come email, messaggi o portali. Se continuate a comunicare solo come avete sempre fatto, state perdendo il 68% delle persone.

L'illusione che l'AI sia il nemico dell'umanità in medicina. I professionisti sanitari stanno scoprendo che lo "tsunami di contenuti generati dall'AI" sta minacciando l'autenticità, e proprio per questo la trasparenza sui processi diventa un vantaggio competitivo.

L'AI non è il problema. Il problema è usare l'AI per distanziare invece che per avvicinare.

Cosa Ci Portiamo nel 2026

1. La Consapevolezza Che Comunicare È Curare

La fiducia si costruisce quando i sistemi sanitari creano spazi in cui i pazienti possano esprimere le proprie preoccupazioni e trattano la trasparenza come elemento non negoziabile.

Nel 2026 dovremo smettere di pensare alla comunicazione come a un extra. È parte integrante della cura.

Quando un paziente capisce cosa gli sta succedendo, soffre meno. Quando sa cosa aspettarsi, ha meno paura. Quando percepisce che qualcuno lo ascolta davvero, guarisce meglio.

2.L’Intelligenza Artificiale: da “novità” a responsabilità

Nel 2025 abbiamo visto l’AI entrare ovunque, spesso usata più come moda che come reale strumento di supporto.
Nel 2026 questo approccio non basterà più: l’AI non sarà un gadget, ma una responsabilità professionale.

I pazienti lo dimostrano chiaramente: l’83% sceglierà il proprio professionista anche in base alla qualità della comunicazione digitale.
Non chiedono “magia tecnologica”, ma presenza, chiarezza e continuità.

E l’AI può davvero aiutare, se usata con criterio. Può:

  • togliere peso alle attività ripetitive e restituire tempo all’ascolto;

  • rendere i contenuti più chiari e personalizzati;

  • mantenere un punto di contatto anche quando il professionista non è disponibile.

Ma c’è un confine che nel 2026 diventerà decisivo: la fiducia.

Le preoccupazioni più sentite dai pazienti sono privacy (54%), sicurezza dei dati (46%), rischio di errori nelle trascrizioni (31%) e perdita di umanità (27%).
Numeri che ci ricordano una cosa semplice:

l’AI non deve sostituire la relazione. Deve potenziarla.
Se diventa un filtro, allontana. Se diventa un supporto, avvicina.

 

3. La Comunicazione Omnicanale Come Standard

Il 69% dei pazienti preferisce ancora il telefono per prenotare appuntamenti, ma numeri significativi vogliono usare portali online (34%) o app mobili (26%).

Nel 2026 non potrete più scegliere un solo canale. Dovrete essere dove sono le persone che vi cercano. E dovrete essere coerenti ovunque.

Questo non significa essere ovunque in modo mediocre. Significa scegliere con intelligenza dove investire la vostra presenza, e farlo bene.

Non Promettere Magie, Offrire Empatia

Ecco la cosa più importante che dobbiamo portarci nel 2026: chi si rivolge a voi non chiede miracoli. Chiede ascolto ed empatia.

Quello che serve comunicare è la capacità di essere presenti. Di ascoltare davvero. Di spiegare con chiarezza. Di accompagnare anche quando la strada è difficile, anche quando non avete tutte le risposte.

Le persone hanno bisogno di sapere che dall'altra parte c'è qualcuno che capisce la loro paura, che non minimizza le loro preoccupazioni, che non le fa sentire stupide per le domande che fanno.

Una Riflessione Per Chiudere l'Anno

Il 2025 ci ha mostrato che siamo a un bivio: Da una parte c'è la strada della tecnologia che distanzia, della comunicazione standardizzata, della competenza che rimane muta e invisibile; Dall'altra c'è la strada della tecnologia che avvicina, della comunicazione autentica, della competenza che sa farsi trovare e sa farsi capire.

Gli ospedali con valutazioni "eccellenti" dai pazienti hanno un margine netto medio del 4,7%, rispetto all'1,8% degli ospedali con valutazioni basse. La comunicazione non è solo etica: è anche sostenibilità economica.

Non scrivo questo per convincervi a fare qualcosa. Non sto vendendo nulla.

Scrivo questo perché credo profondamente che la vostra competenza meriti di arrivare a chi ne ha bisogno. E oggi, nelle ultime battute del 2025, competenza senza comunicazione significa competenza invisibile.

Il 2026 rafforzerà le dinamiche già in atto. L' AI diventerà più pervasiva. Le aspettative di personalizzazione cresceranno. La richiesta di trasparenza si intensificherà.

La domanda che vi lascio è semplice: volete far parte di questo cambiamento in modo consapevole, o volete subirlo?

Non servono trasformazioni radicali. Serve consapevolezza. Serve accettare che il modo in cui le persone cercano aiuto è cambiato, e che il vostro ruolo è anche farvi trovare da chi ha bisogno di voi.

Perché alla fine, la medicina non è solo scienza. È relazione. E la relazione, oggi più che mai, passa anche da come comunicate.

 

Buon 2026. Che sia l'anno in cui la vostra voce arrivi dove serve davvero.

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.